I NUOVI SCHIAVI, di Moreno Barbuti su Facebook

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Gladiator Maximus
view post Posted on 25/10/2010, 22:23




Lavoriamo più degli schiavi ai tempi dei Faraoni. Per trent'anni. Quarant'anni, cinquant'anni. L'età della pensione si allontana fino a coincidere con quella della morte. Il lavoro ha, sempre più spesso, come unico obiettivo uno stipendio. Non è importante che il lavoro sia utile, necessario per la società o per l'individuo che lo svolge. Lo scopo di un'attività è, di solito, il denaro che se ne può ricavare. Denaro che serve per comprare beni inutili, prodotti da altre persone che fanno altrettanti lavori inutili. Per rendere utili beni inutili, aumentare la salivazione dei consumatori, abbiamo inventato l'industria della pubblicità. Un inganno colossale, un'autoipnosi a fini di lucro.

C'è una perdita di senso, di scopo complessivo. Siamo panni lavati e rilavati in una lavatrice con il programma impazzito. L'informazione e la pubblicità, una volta separate, si sono unite, compenetrate in una forma oscena che è ovunque, che giustifica tutto. La distruzione del pianeta, la cancellazione del tempo (nessuno ha più tempo..), la perdita di significato, la mancanza di valori al di fuori di quelli economici. Abbiamo allungato la vita per non poterla vivere, siamo troppo occupati a produrre. Avere, siamo drogati dall'avere, lavoriamo per avere. Abbiamo trasformato il mondo e noi stessi in un PIL, in prodotti a scadenza. Abbiamo tutto, ma non abbiamo più nulla.

In una società basata sulla produzione in quanto tale, a qualunque prezzo, chi perde il lavoro è una zavorra. E' fuori dai giochi. Per sopravvivere è necessario lavorare, fare qualunque lavoro. Il progresso è lavoro, il futuro è lavoro. Il progresso, invece, dovrebbe essere la diminuzione del lavoro. L'eliminazione del lavoro inutile. Lavoro per tutti, solo se utile e in modica quantità.

La dannazione del lavoro ha il suo "altro", il suo specchio, nei parassiti sociali. Quelli che, grazie al lavoro inutile degli altri, non lavorano. Sono dei divoratori di risorse umane e ambientali. Non hanno un lavoro vero e proprio, ma manipolano e posseggono il denaro, quantità spesso enormi di denaro. Sono gli addetti alla leva della ruota in cui girano, inconsapevoli, i lavoratori. La diseguaglianza sociale rende obbligatorio il lavoro inutile. La solidarietà sociale e una equa distribuzione dei beni cancellerebbe ogni produzione fine a sé stessa e i parassiti economici.. Che senso ha avere, nello stesso Paese, l'Italia ad esempio, milioni di persone sotto la soglia di povertà, milioni di disoccupati e centinaia di migliaia di persone ricche a dismisura? Cosa vuol dire "vivere" nello stesso Paese per gli evasori e per i precari? La povertà è la materia prima del consenso dei regimi. Vanno stabilite una soglia di ricchezza e una soglia di povertà, entrambe da non superare.

Purtroppo stiamo tornando ai tempi degli schiavi, siamo tanti PIL (prodotto interno lordo) che vanno “spremuti” a dovere…fino a quando hanno forze sufficienti…… e poi?.......abbandonati al loro destino!!......siamo gli schiavi moderni....ma sempre schiavi siamo.... e come allora dobbiamo spendere tutte le nostre forze e la nostra vita per asservire e mantenere nella più totale agiatezza gli incravattati sfruttatori di turno.... al posto delle frustate oggi ti tacciano di fannulloneria o di essere un lavativo se dopo una vita di lavoro che ti ha fatto invecchiare prima del tempo osi soltanto dire che sei...... stanco!!!....o se malauguratamente ti ritrovi con qualche acciacco e qualche volta cadi sotto il peso degli anni ammalandoti!!!......Certo se invece di fare questo potessero usare ancora la frusta.....sarebbe l’ideale!!! …..ma chissà che nel futuro non possano tornare a farlo......e mettere finalmente in riga quei vagabondi che ritengono sia così faticoso...... lavorare sodo e “rendere” come si deve…… solo per 40 anni!!!
 
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moro
view post Posted on 12/11/2010, 18:28




CITAZIONE (Gladiator Maximus @ 25/10/2010, 22:23) 
Lavoriamo più degli schiavi ai tempi dei Faraoni. Per trent'anni. Quarant'anni, cinquant'anni. L'età della pensione si allontana fino a coincidere con quella della morte. Il lavoro ha, sempre più spesso, come unico obiettivo uno stipendio. Non è importante che il lavoro sia utile, necessario per la società o per l'individuo che lo svolge. Lo scopo di un'attività è, di solito, il denaro che se ne può ricavare. Denaro che serve per comprare beni inutili, prodotti da altre persone che fanno altrettanti lavori inutili. Per rendere utili beni inutili, aumentare la salivazione dei consumatori, abbiamo inventato l'industria della pubblicità. Un inganno colossale, un'autoipnosi a fini di lucro.

C'è una perdita di senso, di scopo complessivo. Siamo panni lavati e rilavati in una lavatrice con il programma impazzito. L'informazione e la pubblicità, una volta separate, si sono unite, compenetrate in una forma oscena che è ovunque, che giustifica tutto. La distruzione del pianeta, la cancellazione del tempo (nessuno ha più tempo..), la perdita di significato, la mancanza di valori al di fuori di quelli economici. Abbiamo allungato la vita per non poterla vivere, siamo troppo occupati a produrre. Avere, siamo drogati dall'avere, lavoriamo per avere. Abbiamo trasformato il mondo e noi stessi in un PIL, in prodotti a scadenza. Abbiamo tutto, ma non abbiamo più nulla.

In una società basata sulla produzione in quanto tale, a qualunque prezzo, chi perde il lavoro è una zavorra. E' fuori dai giochi. Per sopravvivere è necessario lavorare, fare qualunque lavoro. Il progresso è lavoro, il futuro è lavoro. Il progresso, invece, dovrebbe essere la diminuzione del lavoro. L'eliminazione del lavoro inutile. Lavoro per tutti, solo se utile e in modica quantità.

La dannazione del lavoro ha il suo "altro", il suo specchio, nei parassiti sociali. Quelli che, grazie al lavoro inutile degli altri, non lavorano. Sono dei divoratori di risorse umane e ambientali. Non hanno un lavoro vero e proprio, ma manipolano e posseggono il denaro, quantità spesso enormi di denaro. Sono gli addetti alla leva della ruota in cui girano, inconsapevoli, i lavoratori. La diseguaglianza sociale rende obbligatorio il lavoro inutile. La solidarietà sociale e una equa distribuzione dei beni cancellerebbe ogni produzione fine a sé stessa e i parassiti economici.. Che senso ha avere, nello stesso Paese, l'Italia ad esempio, milioni di persone sotto la soglia di povertà, milioni di disoccupati e centinaia di migliaia di persone ricche a dismisura? Cosa vuol dire "vivere" nello stesso Paese per gli evasori e per i precari? La povertà è la materia prima del consenso dei regimi. Vanno stabilite una soglia di ricchezza e una soglia di povertà, entrambe da non superare.

Purtroppo stiamo tornando ai tempi degli schiavi, siamo tanti PIL (prodotto interno lordo) che vanno “spremuti” a dovere…fino a quando hanno forze sufficienti…… e poi?.......abbandonati al loro destino!!......siamo gli schiavi moderni....ma sempre schiavi siamo.... e come allora dobbiamo spendere tutte le nostre forze e la nostra vita per asservire e mantenere nella più totale agiatezza gli incravattati sfruttatori di turno.... al posto delle frustate oggi ti tacciano di fannulloneria o di essere un lavativo se dopo una vita di lavoro che ti ha fatto invecchiare prima del tempo osi soltanto dire che sei...... stanco!!!....o se malauguratamente ti ritrovi con qualche acciacco e qualche volta cadi sotto il peso degli anni ammalandoti!!!......Certo se invece di fare questo potessero usare ancora la frusta.....sarebbe l’ideale!!! …..ma chissà che nel futuro non possano tornare a farlo......e mettere finalmente in riga quei vagabondi che ritengono sia così faticoso...... lavorare sodo e “rendere” come si deve…… solo per 40 anni!!!



Egregio Governatore Mario draghi,
siamo un gruppo di amici che hanno seguito, come sempre, i suoi interventi sulle riforme pensionistiche.
Ecco su questo vorremmo esternarle alcune riflessioni che ci sembrano molto equilibrate.
Premesso che siamo un gruppo di lavoratori cosiddetti precoci, ora sulla cinquantina, e che hanno iniziato a lavorare in fabbrica o altro all’età di 15/16 anni, talvolta anche prima, e tutti sappiamo che a quell’età non si svolgevano certo lavori di concetto…. ci sentiamo ora come individui stanchi che stanno correndo con 100 kg. sulle spalle verso il traguardo stringendo i denti, ma quando lo hanno quasi raggiunto qualche “buontempone” lo sposta più lontano….
E’ veramente demoralizzante, a volte viene voglia di lasciare cadere il peso a terra, sedersi ai margini della strada e mandare tutti a quel paese……
Noi contiamo sul fatto che prevalga il buon senso nei nostri politici, perché tengano conto degli aspetti che di seguito riportiamo, in una lettera che abbiamo inviato a diverse testate giornalistiche (è stata anche pubblicata), a Governo.it ed alle diverse rappresentanze sindacali.
Certo saremmo felici se potesse leggerla anche lei ed avere una sua opinione in merito…
Ecco il testo:

Vorremmo chiedere ai nostri politici, in particolare a quelli addetti alla pianificazione del welfare, ed alle diverse rappresentanze sindacali, se hanno tenuto conto del fatto che, con la nuova riforma delle pensioni, quando la stessa arriverà a regime, la pubblica amministrazione e le aziende si troveranno con una marea di dipendenti cosiddetti anziani e poiché non si potrà assumere se questi non se ne andranno, non pensano che potrà esserci un disservizio per i cittadini, i grandi manager, i funzionari dirigenti e gli amministratori stessi che avranno a disposizione personale vecchio e magari dopo tanti anni anche demotivato? Certo gli ultra cinquantenni non sono aitanti come un ventenne o un trentenne o anche un quarantenne. Non pensano che sarebbero bastati i 35 anni di servizio lavorati seriamente per concedere il meritato riposo ad un lavoratore? Non credono che sarebbe necessario svecchiare la Pubblica Amministrazione? Come pensano di ovviare all'inconveniente rappresentato dai naturali acciacchi fisici che eventualmente dovessero presentarsi a causa dell'età? Ed ancora: non potrebbe essere che, sempre a causa dell'invecchiamento del personale in servizio, si andrà contro tendenza ed invece del calo delle assenze per malattia, vi sarà un aumento fisiologico delle stesse? Questo ovviamente riferito a tutti i lavoratori, sia del pubblico che del privato. Per un lavoratore (privato o pubblico) che ad una certa età non sarà più aitante come in gioventù, e quindi meno redditizio dal punto di vista fisico, sono previsti cambi di mansione o incarichi meno gravosi? Non trovano ci sia incoerenza e totale contraddizione tra il pretendere un fisico scattante (non parliamo solo di poliziotti) o comunque molto attivo e redditizio sul lavoro, e nello stesso tempo ritardare sempre più l’accesso alla pensione? Purtroppo le lancette dell'orologio della vita non vanno a ritroso, per quanto i Ministri di turno si possano affannare per farlo. Oltretutto questa tecnica renderà molto più difficoltoso l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, per cui si avranno giovanotti nel pieno delle forze che si troveranno per strada senza un occupazione, impossibilitati quindi a crearsi una famiglia o comunque un avvenire, mentre i loro padri ricurvi e stentati saranno ancora dopo tanti anni legati al mondo del lavoro, con l’inconveniente aggiunto inoltre, di una più precaria sicurezza nelle varie mansioni svolte, dato che i cinquantenni ed oltre, non hanno certo i riflessi dei lavoratori più giovani, e quindi più soggetti ad infortuni. Siamo veramente stanchi fisicamente ed intellettualmente, dopo una vita di sacrifici. Vi chiediamo fermamente come cittadini elettori ( che hanno il diritto in quanto tali di essere presi in considerazione dato che, come dite sempre anche voi, il popolo è sovrano) di non continuare a prendervi gioco di noi spostandoci in continuazione il traguardo pensionistico, (35 anni non erano pochi!! e volete continuare vergognosamente ad aumentarli!!) anche perché non vogliamo arrivare al punto di non essere più in grado di rendere come in gioventù: vorremmo fermarci prima!! Ne abbiamo il diritto, come hanno avuto tutti i lavoratori nati prima di noi, abbiamo la stessa dignità e vorremmo essere trattati allo stesso modo!!. Sarebbe un'umiliazione per noi, dopo una integerrima vita di lavoro, essere costretti a subire del lavativo o del fannullone perché non più operosi come nel passato; legati ai naturali cedimenti del fisico che invecchia e che ha dato tanto fin da adolescente. Quanto meno dobbiamo avere la possibilità, avendone la necessità, di ritirarci dal lavoro percependo una pensione proporzionata agli anni di lavoro prestati! Crediamo che le organizzazioni sindacali dovrebbero opporsi a queste continue riforme, sostenendo quello che alcuni buoni politici, attraverso note trasmissioni televisive, hanno suggerito come soluzione del problema alla mancanza di fondi e cioè l’ azzeramento dei privilegi scandalosi di cui godono diverse categorie, ad esempio: pensioni e stipendi d’oro, riconoscimenti pensionistici dopo soli 5 anni di legislatura, frodi finanziarie, paradisi ed evasioni fiscali, finanziamenti illeciti, appalti truccati ecc. ( e sono ancora tanti); così facendo si verrebbe a creare un sistema più giusto ed equilibrato, si potrebbe accedere alla pensione tutti un po’ prima ed il carico di mantenimento del sistema previdenziale sarebbe suddiviso in modo più equo. Purtroppo non si capisce il perché… ma quella via non la si vuole percorrere. Un'altra cosa che non capiamo, è che anche la Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia chieda di ritardare l’uscita dal lavoro quando specialmente nel privato il datore di lavoro vuole personale efficiente e forte anche fisicamente, per cui pensiamo che gli industriali che la Marcegaglia rappresenta non siano poi così contenti delle sue affermazioni; cosa se ne faranno le aziende private (ed attualmente anche la Pubblica Amministrazione), di persone che non renderanno più come in gioventù? Speriamo non pensino di licenziarli una volta che non saranno più in grado di assolvere al meglio i loro compiti…… oppure è proprio questo che vogliono fare? Sarebbe un disastro sociale che provocherebbe una rivoluzione civile!
Ma allora qual'é il vero obiettivo delle affermazioni della presidente Marcegaglia??!?!
E gli incentivi che un anziano non riuscirà a percepire proprio per i motivi sopra esposti? Infatti essendo meno redditizio, più passano gli anni meno un lavoratore potrà guadagnare di produttività, oltre naturalmente a diventare malvisto da dirigenti e colleghi. Aggiungiamo un pensiero anche per i lavoratori precoci che hanno iniziato a lavorare quasi bambini, (15/16 anni, talvolta anche prima), e tutti sappiamo che a quell'età non si svolgevano certo lavori di concetto, per cui sono doppiamente stanchi, dato che invece di vivere la loro adolescenza come tutti gli altri, erano già al lavoro in fabbrica o altro, contribuendo all'espandersi economico della nazione, ed alla fine avranno più anni di lavoro sulle spalle rispetto chi ha iniziato a lavorare dopo. Purtroppo da quello che si vede negli spot televisivi, tutti si oppongono giustamente al lavoro minorile, ma negli altri stati e continenti....!! Per loro andrebbe prevista un’agevolazione come anche per i lavori usuranti. Non crediamo che tutti questi aspetti siano sfuggiti ai nostri Ministri e saremmo contenti di sapere cosa ne pensano sia loro che le diverse Organizzazioni Sindacali. Ci rendiamo conto che gli interrogativi nel presente commento sono tanti, ma purtroppo nessuno di essi ha una risposta ufficiale. Concludiamo aggiungendo un messaggio importante per coloro che chiedono continuamente l'innalzamento dell'età pensionabile: "cari politici, non siamo animali da soma, siamo uomini!! e dopo una vita di lavoro e fatiche uomini stanchi”!!
 
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