PENSIONI, IL GOVERNO STUDIA LA STRETTA - Cgil: no all'aumento dell'età per le donne, da il MESSAGGERO.it - Giovedì 23 Giugno 2011

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Gladiator Maximus
view post Posted on 25/6/2011, 13:36




ROMA - Il governo studia una nuova stretta sulle pensioni. Fra le misure allo studio , un aumento dell'età di vecchiaia per le donne nel settore privato, l'anticipo dal 2015 al 2013 della riforma che lega l'età di pensionamento all'aspettativa di vita, l'incremento dei contributi dei collaboratori, la formalizzazione dell'aumento dell'età per il pensionamento di anzianità nel 2013 (e possibile anticipo a metà del 2012). L'obiettivo è quello di sfuttare anche la previdenza per avere un contributo alla pesante manovra da una quarantina di miliardi che il governo si appresta a varare per portare il bilancio in pareggio come da impegi con l'Europa.

Nel complesso si spendono per pensioni oltre 250 miliardi di euro (ultimi dati Istat riferiti al 2009), con un aumento del 5,1% sull'anno precedente. Le riforme varate l'anno scorso (un anno ulteriore di attesa per l'accesso alla pensione per i dipendenti, 18 mesi per gli autonomi, ovvero la cosiddetta "finestra mobile", e collegamento dal 2015 dell'età di pensionamento con l'aspettativa di vita) hanno ulteriormente stabilizzato il sistema ma potrebbe rendersi necessario un nuovo passo avanti. Ecco le ipotesi allo studio:

DONNE NEL PRIVATO A RIPOSO A 65 ANNI COME GLI UOMINI: sarebbe la misura teoricamente più equa. Le donne che lavorano nella pubblica amministrazione adesso vanno a 61 anni ma dal 2012 è previsto uno "scalone" che le porterà direttamente a 65. L'equiparazione uomini-donne è inoltre già prevista in tutti i principali Paesi europei. A questa misura si oppone il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, perché ritiene potrebbe portare problemi di sostenibilità sociale (le donne tra i 60 e i 65 anni italiane spesso svolgono lavoro di cura per i nipoti e per i genitori anziani). La misura vale però circa un miliardo l'anno (se si ipotizza l'innalzamento di un anno di età ogni due anni), ed è probabile che sarà studiata una qualche forma di gradualità.

ANTICIPO RIFORMA SU ASPETTATIVA VITA DA 2015 A 2013: la riforma prevista dalla legge 122/2010 prevede che dal 2015 si possa aumentare l'età per l'accesso al pensionamento legandola all'aspettativa di vita. Il primo scalino non potrà superare i tre mesi ma gli scalini successivi (triennali a partire dal 2019) potrebbero essere anche di quattro mesi. La riforma all'inizio non porta risparmi consistenti (1,2 miliardi nel complesso nei primi due anni, quindi se si anticipasse si otterrebbero tra il 2013 e il 2015) ma a regime (nel 2020 o nel 2018 a seconda di quando la si fa partire) varrebbe circa 1,6 miliardi l'anno.

CONTRIBUTI COLLABORATORI: I co.co.pro pagano adesso il 26,7% di contributi previdenziali sui loro emolumenti (a fronte del 33% dei dipendenti). L'aumento, per quanto utile per incrementare la pensione futura di questi lavoratori, è poco probabile perchè li renderebbe meno competitivi (la Confindustria ha chiarito la sua posizione esprimendo la sua contrarietà alla misura).

QUOTA 97 (98 PER AUTONOMI) PER LA PENSIONE DI ANZIANITÀ: la legge Damiano del 2007 prevede che la quota per l'accesso alla pensione di anzianità (adesso a 96 per i dipendenti con 60 anni di età e 36 di contributi, 97 per gli autonomi) possa salire, previa verifica sui conti, di un anno nel 2013 (a 97 per i dipendenti e 98 per gli autonomi). E se è praticamente certo che la verifica possa dare il via libera a questo aumento, non è escluso che possa arrivare anche prima, magari già a metà del 2012.

CONTRIBUTO PENSIONI D'ORO: sospensione della rivalutazione automatica per le pensioni superiori di otto volte il minimo (circa 4.000 euro).

Il no dei sindacati. «Siamo di fronte ad un tentativo di fare cassa per il welfare e ad un'idea di manovra recessiva e non utile per il paese, con un accanimento sulle donne». È quanto ha dichiarato il segretario generale della Cgil Susanna Camusso.

«Facciamoci un patto chiaro con questo governo. Vogliono fare la riforma pizzicando di qua e di là? La prima riforma è dare risposte a precari che avranno una vecchiaia da indigenti. Volete aumentare l'età della pensione alle donne? Allora dateci gli asili della Francia o i congedi parentali della Germania, cancellateci da subito la discriminaizone in entrata nella carriera e investite in un Paese che se vuole tornare a crescere deve anche continuare a crescere dal punto di vista demografico», ha detto la presidente del Pd, Rosi Bindi. «È arrivato il momento di arrivare a capire che un Paese non può fare a meno del 60 per cento delle sue donne», ha aggiunto Bindi.

«L'operazione di innalzare l'età pensionabile delle donne al solo scopo di fare cassa è un vigliaccata inaccettabile», ha commentato in una nota Massimo Donadi, presidente dei deputati di Idv.
 
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