IL SISTEMA PENSIONISTICO IN ITALIA

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Gladiator Maximus
view post Posted on 8/9/2010, 11:59




STORIA RECENTE:

Le riforme Amato nel 1992, Dini e Treu nel 1995, Berlusconi e Maroni nel 2004, si ponevano l'obiettivo di garantire l'equilibrio finanziario e la pensione alle giovani generazioni, tramite due strumenti: l'innalzamento dell'età pensionabile e la revisione decennale dei coefficienti (ORA PORTATA A TRIENNALE), unitamente ad una crescita delle pensioni che doveva restare al di sotto dell'aumento del PIL.

Il lavoro a termine in questo senso crea un problema di stabilità dei versamenti contributivi, e un'ulteriore difficoltà all'innalzamento dell'età pensionabile. Infatti, viene proposto di totalizzare i periodi di disoccupazione, tramite dei contributi figurativi; diversamente, il lavoratore per avere 35 anni di contributi versati (ORA 40 ANNI), dovrà andare in pensione più tardi.

I contributi figurativi sono contabilizzati nel bilancio degli istituti previdenziali, ma non sono effettivamente pagati dallo Stato. Si tratta di un diritto acquisito del lavoratore, e di un impegno per lo Stato a pagare gli anni mancanti quando questi presenterà la domanda di pensionamento. GIA' QUI E' EVIDENTE CHE I CONTI NON TORNANO!

Lo schema contributivo è molto simile a quello a capitalizzazione, vigente ad esempio nei paesi scandinavi, in cui ogni contribuente ritira nel periodo della pensione il solo denaro versato durante la sua vita lavorativa. I contributi vengono investiti in portafogli a basso rischio, insieme agli interessi maturati, che crescono in un regime di capitalizzazione composta.
 
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